Con un’mportante sentenza il TAR del Lazio che ha confermato la delibera di AGCOM relativa al modem libero. Infatti, sarà un diritto degli utenti poter utilizzare un modem alternativo, senza dover pagare necessariamente quello imposto dal proprio operatore telefonico.

Dunque, il Tribunale Amministrativo Regionale ha dato torto ai ricorsi presentati da TIM e Wind 3 (Vodafone e Fastweb si erano, intanto, ritirate). Di conseguenza, gli utenti che hanno sottoscritto un contratto (recente o attivo da più di un anno) con pagamento di un modem, potranno ora decidere di contattare il proprio gestore telefonico, chiedendo di passare ad un contratto senza modem incluso.

Ricordiamo, però, che alcuni contratti in essere possono prevedere un elevato costo di disdetta (si possono toccare, infatti, anche i 200 o 300 euro), soprattutto nel caso in cui il modem sia in comodato d’uso e, cioè, a pagamento.

In tal caso, i Giudici amministrativi indicano due possibilità rivolte ai gestori: «proporre all’utente la variazione senza oneri della propria offerta in una equivalente offerta commerciale che preveda la fornitura dell’apparecchiatura terminale a titolo gratuito o che non ne vincoli l’utilizzo attraverso l’imputazione di costi del bene o dei servizi correlati al terminale nella fatturazione; in alternativa, consentire all’utente finale di recedere dal contratto senza oneri diversi dalla mera restituzione del terminale, dandone adeguata informativa».

Resta, comunque, ancora in piedi la possibilità da parte delle Compagnie telefoniche di esercitare un ipotetico ricorso al Consiglio di Stato, possibilità su cui ancora non ci sono conferme ufficiali. Per il momento, dopo l’impedimento di emanare fatture a 28 giorni, sembra intravedersi la parola fine anche per l’annosa questione legata al modem libero.