Nata all’interno del Monastero fondato da San Benedetto nel V° secolo e immerso nella Valle dell’Aniene, la Biblioteca di Santa Scolastica prende il nome dalla sorella del Santo ed ha il pregiato titolo di Città della Stampa

È infatti il 1465 quando due monaci tedeschi Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz, discepoli di Gutenberg, arrivano a Subiaco, portando per la prima volta in Italia la stampa a caratteri mobili. Fra le mura del Monastero di Santa Scolastica, impiantano una tipografia che resterà attiva fino al 1467.
Nei due anni successivi decidono di dar vita alla prima raccolta a stampa di autori latini classici e cristiani, stampando il De oratore di Cicerone, tre scritti del Lattanzio racchiusi in un unico volume e il De civitate Dei di Sant’Agostino, senza frontespizio, che arriverà anni dopo, ma con il colophon che ne attesta la provenienza.
Entrato a far parte del Patrimonio statale a seguito dell’Unità d’Italia, quello di Subiaco è il primo Monastero voluto da San Benedetto. Oggi la Biblioteca del Monumento nazionale di Santa Scolastica, fra gli oltre 200 manoscritti e volumi acquistati successivamente, possiede circa 150 mila volumi.
Ad arricchire la raccolta libraria ci sono due archivi, uno legato alla vita del Monastero, l’altro è l’archivio gentilizio più grande in assoluto, quello della famiglia Colonna. Nel tempo la Biblioteca ha acquistato altri 200 incunaboli, questo il nome dei primi libri a stampa, ma il cuore di questo Patrimonio restano i 3 libri stampati da Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz.
La Biblioteca di Santa Scolastica, dunque, dalla sua fondazione per mano di San Benedetto, conserva ancora pregiate opere oggetto di studio di molti che arrivano a Subiaco per consultare i preziosi documenti. «Oggi – dice, infine, Padre Fabrizio Messina Cicchettiquesta Biblioteca ha la particolare mission di accogliere il più possibile studiosi e ricercatori, perché queste opere che ci sono giunte dal passato, siano occasione di studio, di ricerca e di confronto».