A 50 chilometri da Mosca oltre 150 mila persone lasciate senza riscaldamento
La vita sotto zero senza riscaldamento è fatta di espedienti. Si tengono accesi tutti i fuochi del piano cottura. Si sigillano gli infissi. Di giorno si va in giro in casa bardati di sciarpa, guanti e berretto. E di notte si dorme nei sacchi a pelo sotto 3 o 4 coperte. Ma quando le temperature sfiorano i meno 30 gradi, c’è poco da fare, il vapore condensa e poi congela.
Oltre 150 mila abitanti, infatti, del territorio del Comune di Podolsk, quasi metà della sua popolazione, sono rimasti al gelo dopo Capodanno. La maggior parte della frazione di Klimovsk, un centro da 56 mila abitanti a 50 chilometri da Mosca, ha una distanza che si misura nei centimetri di neve non spalata.
Di giorno in giorno, ormai, interruzioni del riscaldamento si moltiplicano in tutto il Paese, da San Pietroburgo sul Baltico a Vladivostok nel Pacifico. Un paradosso, se voglimo, per il Paese che vanta le più grandi riserve di gas al mondo e che per mesi ha ironizzato sugli Occidentali che, senza le sue forniture, sarebbero dovuti «tornare alle vecchie stufe».