Niccolò Machiavelli è considerato il fondatore della Scienza politica moderna. Come Leonardo da Vinci, di cui abbiamo ricordato ieri la scomparsa, viene definito uomo universale, dato il suo talento in molteplici campi e la capacità di produrre opere significative per l’umanita.

Machiavelli, infatti, è figura assai controversa nella Firenze dei Medici. In un’epoca nella quale la morale è quella religiosa, teorizza un’emancipazione verso una visione più laica e libera della politica, ipotizzando l’uomo come fautore diretto della sua storia a discapito di un quadro soprannaturale.

Ricopre molte cariche istituzionali, anche fuori dalle mura nazionali, tutti incarichi che gli daranno la possibilità di confrontare varie esperienze e maturale la sua idea. La sua opera più famosa Il Principe, dove si tratteggiano sia le qualità che dovrebbe avere una guida, sia le caratteristiche di Governo che dovrebbe avere uno Stato, è dedicata a Lorenzo de’ Medici Duca di Urbino ed in parte ispirato alla figura di Cesare Borgia detto il Valentino.

Il suo pensiero fu, ed è tutt’ora, spesso frainteso soprattutto a causa di semplificazioni, in massime, di teorie in realtà più profonde e complicate. Basti pensare che la frase che più spesso viene a lui attribuita «il fine giustifica i mezzi» non è presente in nessuno dei suoi scritti. Di lui ci restano, oltre a una nuova visione politica, che squarcia i retaggi medievali e apre alla modernità, molte altre opere.