È stato soprannominato il Relitto della campana quello che la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo e la Soprintendenza Archeologia di Catanzaro e Crotone stanno indagando nelle acque di Capo Rizzuto

Il motivo per cui tali relitti giacciono concentrati in queste acque (e ad essi sono da aggiungersi altre testimonianze sporadiche di età romana e altomedioevale) è presumibilmente dovuta alla presenza di alcune secche che, almeno sino alla fine del ‘700, erano semi-affioranti. Esse costituivano una vera e propria trappola per le sventurate imbarcazioni che avevano la ventura di finirci contro.

Proprio nel corso delle perlustrazioni del giacimento, è stato effettuato un inaspettato quanto importante ritrovamento. Si tratta di una campana di bronzo riferibile alla nave naufragata. In uno stato di conservazione giudicato, tutto sommato, buono, il manufatto presenta varie incrostazioni marine ed è caratterizzato, da quel poco che è stato possibile osservare, da alcune decorazioni in rilievo. E’ un ritrovamento degno di nota che ha entusiasmato gli archeologi, i quali sperano di poter ricavare dettagli importanti ai fini dell’inquadramento cronologico del relitto che per il momento rimane imprecisato.

Dopo un minuzioso lavoro di pulitura effettuato per definire meglio lo stato di conservazione dei pezzi d’artiglieria, anche in vista di futuri interventi conservativi, gli archeologi hanno poi realizzato una documentazione di dettaglio dei singoli manufatti ed un’accurata perlustrazione dei fondali.

La campana, che per il momento ha dato il nome all’anonimo relitto, è stata trasportata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale a Cosenza e nelle prossime ore sarà affidata alle sapienti mani di un restauratore, esperto nel trattamento dei metalli, che opera all’interno del laboratorio della Soprintendenza cittadina. Dunque, si resta in attesa delle risposte che l’esame di dettaglio ed il restauro del reperto potranno fornire.