Il brano parla di nuovi inizi, di speranza e di amore. Di come orientarsi quando tutto è cambiato, tutto è diverso, tutto è sottosopra
È una canzone che spinge a riflettere su ciò che conta davvero, sulla ridefinizione delle priorità e sull’importanza di scegliere ciò che si porta con sé nella vita, con la consapevolezza che le cose materiali non sono la risposta che cerchiamo. Di imparare a vivere separati, ma anche imparare poi a riavvicinarsi nuovamente, con maggiore consapevolezza. Sulla possibilità di tornare a viaggiare, pur non sapendo cosa ci porterà il futuro e se le cose torneranno mai alla normalità.
Si avvale, inoltre, di una produzione elettronica alternativa che combina piano, synth e atmosfere nostalgiche. Over the Continent incarna, dopo tutto, la speranza che tutti noi abbiamo per ciò che verrà dopo la pandemia. Scritta in collaborazione con Marco Ferazzi e Stefano Iuso, la canzone fa parte di un album registrato e prodotto in 30 giorni in una piccola buia casa a Milano durante la pandemia globale.
L’oscurità che, infatti, filtra attraverso la musica e tinge l’intero album è un malinconico fil rouge, riflette l’oscurità letterale e metaforica dell’ultimo anno anche attraverso foto e grafiche malinconiche e scure, dove risalta un filo di luce. Un mondo in bianco e nero, che però cerca ancora di trovare la speranza nel mezzo della follia degli ultimi tempi.
L’artista è nata a Milano ed è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Verdi. Skùmaskot combina toni elettronici, intensi e profondi, con una voce ariosa, in uno stile che ricorda un misto tra Billie Eilish e Daughter. La musica si tinge di influenze fantasy letterarie (come J. R. R. Tolkien) e di sezioni ritmiche epiche reminescenti di Imagine Dragons.