Si spacca sempre di più la Sanità italiana. Con la distanza tra la qualità dell’assistenza nelle regioni che aumenta. A rivelarlo è un indicatore fondamentale: l’esodo dei pazienti. L’anno scorso, raccontano i dati delle stesse Amministrazioni Locali, i viaggi per fare interventi chirurgici, terapie ed esami diagnostici sono aumentati ancora, superando i livelli raggiunti prima del Covid.
La riforma sull’Autonomia Differenziata non è ancora realtà, ma il sistema di cura degli italiani è già spezzettato. La cosa rende assai fosche le previsioni su un futuro nel quale le regioni ricche diventeranno ancora di più e attrarranno nuovi pazienti e professionisti, questi ultimi allettati da stipendi più alti.
Le regioni povere, invece, che vedranno ridursi le risorse perché i finanziamenti arriveranno dalle tasse incassate nelle realtà locali, staranno ancora peggio. Ma se si osservano i numeri dei cosiddetti ‘viaggi della speranza’, le difficoltà sono ancora più evidenti. In un anno, sono stati circa 230 mila i cittadini ‘emigrati’ per motivi di salute. Il dato è del2022, ma nel 2023 le cose sono peggiorate.