Mai così tanti bambini con la malattia di Kawasaki, tutti con sierologia positiva al Coronavirus. Molti genitori ora si chiedono se c’è un legame tra il virus e questa sindrome infiammatoria acuta che colpisce, appunto, i più piccoli.
I sintomi tipici della malattia di Kawasaki sono la febbre alta persistente, un’eruzione cutanea con alterazioni delle mucose nelle parti estreme. La conseguenze più temibili si manifestano con l’infiammazione delle arterie del cuore. L’allarme, comunque, è già stato diffuso all’interno della Comunità scientifica fra i pediatri di famiglia. Per il momento lo studio è in fase di valutazione da parte di un’autorevole rivista di settore di livello internazionale.
Le cause della malattia, venuta alla luce da oltre mezzo secolo, tuttavia rimangono ancora ignote, nonostante si pensi che sia provocata da un agente infettivo che, nei bambini predisposti, determina una risposta infiammatoria. In passato, non a caso, alcuni virus della famiglia dei Coronavirus sono stati considerati come probabili induttori della sindrome di Kawasaki.
Ecco perché, in previsione dell’imminente avvio della fase 2, che prevede tra l’altro l’obbligo delle mascherine soltanto al di sopra dei 6 anni, è importante tenere presente i rischi e le conseguenze che questo virus insidioso può produrre, sia nella fascia di età adulta che in quella pediatrica.