Il campione serbo ha preso posizione in merito al provvedimento legato alla guerra in Ucrainache impedirebbe ai tennisti russi e biolorussi di partecipare al prestigioso torneo inglese
«Non sosterrò mai la guerra essendo io stesso figlio della guerra – ha dichiarato Novak Djokovic – ma quando la politica interferisce con lo sport, il risultato non è mai buono». Un parere autorevole sul quale, però, dissentiamo profondamente.
Lo pseudo nazista Vladimir Putin, vittima delle sue visioni antistoriche, ha messo in ginocchio un intero Paese, provocando l’atroce morte di civili e bambini nei territori occupati e disastri economici in tutto il mondo.
Le democrazie occidentali devono, pertanto, farsi carico di una situazione ormai divenuta drammatica ed insostenibile. Ovvio, che gran parte del popolo russo non ha alcuna responsabilità diretta per quanto accade in Ucraina, men che meno gli atleti russi che si sono già dichiarati contrari alla guerra.
Ma se questo può, in qualche modo, contribuire a fermare l’escalationmilitare, è giusta e pienamente condivisibile la decisione assunta dagli organizzatori del torneo inglese, fra l’altro in linea con le direttive del Comitato Olimpico Internazionale.