Il presentatore nelle grazie di Giorgia Meloni giace sotto l’1,8% di share
Il Mercante in Fiera si rivela un autentico flop per le reti Rai. Quelli che capiscono di televisione, te lo spiegano dicendo che non solo è un format ormai vecchio e vetusto, ma che si tratta pur sempre di un game show che ebbe un calo di popolarità già fra gli anni ’80 e ‘90. Che Pino Insegno sia, dopotutto, un artista di regime è cosa, ormai, scontata.
Un banale raccomandato sostenuto, tra l’altro, dai vertici dell’Azienda. Lui, comunque, lascia fare. L’unico commento è: «Tanto quando non ce l’hanno con me perché sono di destra, ce l’hanno con me perché sono laziale». Niente di più ridicolo e soporifero. Entra ed esce quando vuole da Palazzo Chigi. Una roba mai vista. Poi l’arrogante sbotta: «Sono andato a prendere un caffè. Perché, è vietato?».
Ma è così che va, purtroppo. Pino Insegno si sente improvvisamente qualcosa che non è mai stato nella sua lunghissima carriera in cui ha magistralmente dato la voce ad altri, facendo il mestiere del doppiatore. In TV, ci ha insegnato l’Auditel, che un programma con l’1,8% di share solitamente viene chiuso. A meno che non vivi in un Paese con una dittatura strisciante.
*L’immagine in evidenza è a cura di Vincenzo Fedecostante