I resti di una testuggine di terra con il suo fragile uovo custodito nel carapace, sono stati rinvenuti in una bottega dell’antica Via dell’Abbondanza
Il ritrovamento rappresenta un’importante testimonianza del vasto ecosistema di Pompei, composto di tracce naturali e non solo antropiche. Inoltre, si caratterizza come un prezioso indizio archeologico dell’ultima fase di vita della città, dopo un violento terremoto nel 62 d.C. e prima della fatidica eruzione del 79 d.C..
L’inusuale scoperta ha avuto luogo nell’ambito di una campagna di scavo e ricerca sulle Terme Stabiane, condotta dalla Freie Universität Berlin e dall’Università Orientale di Napoli, con l’University of Oxford in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei.
L’indagine vule indagare lo sviluppo urbano del quartiere abitativo prima dell’impianto delle Terme. In particolare, quest’anno nelle botteghe aperte sul lato Sud-Orientale, lungo Via dell’Abbondanza e Vicolo del Lupanare, sono emersi i resti di una sontuosa domus con raffinati mosaici e pitture parietali.
L’edificio risale al I° secolo a.C. ed è stata rasa al suolo dopo il terremoto che devastò Pompei e ampie parti della Campania nel 62 d.C.. Successivamente, l’Area venne destinata, appunto, all’ampliamento del Complesso Termale.
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