Ponte Vecchio, nella sua struttura attuale, è il più antico della città e un tempo collegava la Florentia romana con la via Cassia nuova dell’imperatore Adriano. Sorge nel punto più stretto del letto fluviale, quasi un guado naturale, dove, fin dall’epoca etrusca, furono costruiti vari attraversamenti, prima in legno e poi completamente in pietra, intorno all’anno 1000. È anche un esempio di tenacia.
Fra i Ponti più famosi al mondo, è sopravvissuto ai bombardamenti della notte fra il 3 e il 4 Agosto 1944, in cui saltarono gli altri Ponti ed è rinato più volte, dopo essere stato colpito da incendi e dalla ricorrente furia dell’Arno, grazie ai fiorentini che lo hanno sempre ricostruito.
Esattamente come accadde a seguito dell’alluvione del 1333, avvenuta proprio il 4 Novembre, che trascinò con sé anche la Statua di Marte, posta vicina alla struttura. Ponte Vecchio rinacque nel 1345 e «costò bene fiorini d’oro e fu ben fondato», come scrisse Giovanni Villani nella sua cronaca.
Il progetto, approntato da Neri di Fioravante o, secondo Giorgio Vasari, da Taddeo Gaddi, prevedeva una sede stradale molto ampia, per ospitare il commercio delle carni e sfruttare la corrente per l’eliminazione dei residui della lavorazione.
L’ampio spazio consentì così ai macellai di aggiungere alle proprie botteghe dei ballatoi a terrazza, quasi sospesi sul fiume, puntellati con pali di legno e di forme e colori diversi, che dettero al Ponte il caratteristico aspetto che oggi lo contraddistingue.
Nel 1594 le botteghe dei macellai furono occupate da orafi e gioiellieri per ordine di Ferdinando I. Alcuni anni dopo l’architetto Giorgio Vasaricostruì per Cosimo I il cosiddetto Corridoio Vasariano, che passava sul lato Est del Ponte al di sopra delle botteghe, con lo scopo di mettere in comunicazione Palazzo Vecchiocon la dimora privata dei Medici, Palazzo Pitti.