Quella 2020 è un’edizione diversa, come ogni cosa nell’anno che ha sconvolto programmi e demolito certezze. E diversa è anche l’agenda del Premio letterario, che rinuncia alla consueta cerimonia di premiazione in Dicembre per spostarla in Primavera

Ma la presentazione del manifesto, che per il Premio Sila è sempre stato qualcosa di più della prestigiosa copertina di un evento culturale, non viene rimandata. La firma, quest’anno, è di Fabio Inverni, maestro fiorentino, figlio d’arte ed eccellente iperrealista.

«Ci aspettavamo un’opera significativa – ha detto Enzo Paolini Presidente della Fondazione Premio Sila – ma quello che ha regalato il maestro Inverni al Premio è qualcosa di più. E’ la rappresentazione perfetta di quello che stiamo vivendo, la plastica raffigurazione di un sentimento collettivo, quella dolorosa consapevolezza di essere costretti alla distanza con chi vorremmo invece avere vicino».

Si tratta di un olio su tela ed il risultato è abbastanza realistico. La tecnica pittorica dell’artista è, infatti, qualcosa di impressionante, proprio per la difficoltà a discernere il vero dal raffigurato. Inverni attualmente vive e lavora a Poggio a Caiano, dopo anni in cui si sono susseguite numerose escursioni negli Stati Uniti.