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Un siparietto che segue di qualche settimana uno scambio di battute simile a quello con la studentessa Irene Cecchini

Dalla Russia con amore. Mosca vuole parlare all’Occidente e, in Europa, cerca una sponda nell’Italia che detiene la presidenza di turno del G7 e che ha dato segnali di ambiguità. L’ultimo atto di un’operazione simpatia oramai in pieno svolgimento, è andato in scena Mercoledì sera al Festival della Gioventù di Sochi.
Un italiano domanda, infatti, a Vladimir Putin se l’arte possa «diventare uno strumento che unisce i Paesi» e, come un fan al cospetto del suo divo, gli chiede una foto insieme «per poter dimostrare in Italia che lei è umano come tutti e la propaganda su di lei è falsa».
Il giovane, a dispetto dei suoi 33 anni, non è uno qualsiasi, ma lo street-artist napoletano Ciro Cerullo, in arte Jorit, che ha realizzato un murale nella Mariupol annessa e che a Sochi ne ha dedicato un altro ad Ornella Muti.
L’inavvicinabile Putin, l’uomo dei rigidi protocolli anti-covid e dei faccia a faccia da un capo all’altro di un tavolone, non solo si concede all’abbraccio a favor di fotocamera, ma gli dice: «Basta che non mi dia un pizzicotto per sincerarsi che sono una persona reale» e ne approfitta per parlare del «desiderio di libertà» che accumana russi e italiani, sino a citare Garibaldi.
«Siamo sempre stati uniti…La lotta dell’Italia per l’indipendenza, Garibaldi, non ci ha forse uniti? Ci ha sempre uniti» rammenta, infine, il dittarore. Sono tutti messaggi in codice a cui si somma un’intensa opera di propaganda. Lo sforzo di Mosca, a questo punto, è evidente.