Il 6 Ottobre 1434 rientra dall’esilio ed inizia la Signoria medicea

Nella Firenze del XV° secolo, ancor prima dei Medici, erano gli Strozzi e gli Albizi le casate più influenti della città. Il rapido accrescersi, però, delle ricchezze e della popolarità della famiglia, soprattutto fra le classi più povere, consigliò agli antagonisti di disfarsi di un nemico temibile come Cosimo.
Denunciato in seguito da Rinaldo Albizi come nemico della Repubblica, fu brevemente detenuto nella Torre di Arnolfo, dove rischiò l’avvelenamento. Sarà, comunque, lui stesso a raccontare in modo più dettagliato i particolari della sua cattura. Cosimo visse poi un esilio dorato in Veneto. Da Venezia, infatti, continuò a condurre i propri affari e a tessere le sue trame fiorentine, osservando da lontano le alterne vicende dell’instabile Repubblica del Giglio.
Proprio l’incapacità degli Strozzi e degli Albizi di dirigere in modo dritto e proficuo la città, fu il tassello che permise il ritorno di Cosimo. Questo clima d’incertezza produsse, oltretutto, una sorta di sollevazione popolare filo-medicea, che ne chiedeva il rientro in qualità di guida. Le enormi ricchezze e l’abilità politica, fecero di lui, tuttavia, l’uomo più influente di Firenze, il suo vero leader insieme a tutta la famiglia.