81 Testate giornalistiche europee non potranno più essere lette in Russia

Lo ha annunciato ieri il Governo di Mosca con una mossa che, in qualche maniera, era attesa. Si è trattato di una rappresaglia, in quanto proprio ieri l’Europa aveva bandito dagli Stati membri le pagine web di alcuni media russi, accusati da Bruxelles di essere organi della propaganda del Cremlino per «portare avanti e sostenere la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e per la destabilizzazione dei Paesi vicini».
«Siamo costretti ad adottare contromisure simmetriche e proporzionate – ha risposto, quindi, Moscacontro media che sistematicamente diffondono false informazioni sul conflitto in Ucraina». Fin qui, tutto previsto. Se non fosse che la rappresaglia vada letta, secondo fonti dei nostri Servizi di Sicurezza, non come un atto di banale vendetta, ma piuttosto è da inserire in un discorso ben più ampio riguardo al lavoro che Mosca sta facendo sulla controinformazione.
Come d’altronde, più volte, era stato infatti denunciato, le Elezioni europee sono state un importante palcoscenico per la Russia per poter veicolare i messaggi della propria propaganda. Ma c’è un tassello in più. Per diffondere questo tipo di propaganda, la Russia ha utilizzato degli strumenti più raffinati rispetto ai soliti messaggi nelle chat o sui social. Sono stati aperti dei profili social apparentemente neutri, che rilanciano però link di quotidiani o Siti di informazione fake.