20 Maggio 1970 – 2020 -. Ricorre oggi il 50° anniversario dello Statuto dei Lavoratori. La famosa legge n. 300 del 1970, infatti, è fra le più importanti normative in materia di lavoro della Repubblica italiana. Padri dello Statuto furono i parlamentari Socialisti Giacomo Brodolini e Gino Giugni, uomini capaci di lasciare ai posteri un testo, che a distanza di mezzo secolo, rimane giovane ed attuale. La legge seppe interpretare al meglio quelle che furono le principali tensioni sociali causate dalle profonde trasformazioni economiche vissute dal nostro Paese dal secondo dopoguerra, sino al boom economico degli anni sessanta.
Dopo il cosiddetto “autunno caldo” caratterizzato da interminabili lotte e richieste da parte di milioni di lavoratori per il rispetto dei propri diritti, senza dimenticare le 40 ore settimanali, salari adeguati e rinnovati rapporti aziendali, si giunse ad un fondamentale traguardo. Ma esattamente cinquat’anni dopo, c’è ancora molto da fare per tutelare la dignità del lavoro e per evitare che il campo di determinati diritti non si restringa ancora di più. Si pensi, ad esempio, alle tante questioni irrisolte quali il precariato, il lavoro nero e malpagato, il riconoscimento del lavoro femminile e l’esigenza di adeguare l’attività lavorativa ad un mondo sempre più tecnologico.
Tuttavia, il testo dello Statuto dei Lavoratori, oltre a formare l’ossatura giuridica del diritto del lavoro italiano ed europeo, stabilì una maggiore attuazione della nostra Costituzione, fissando principi cardine delle libertà individuali e collettive dei lavoratori e delle loro organizzazioni di rappresentanza. Tra l’altro, non si può negare che l’attuale emergenza causata dalla pandemia sta avendo forti ripercussioni sulla stabilità economica globale. Tant’è che l’aumento della disoccupazione, la cassa integrazione forzata, lo smart working e quant’altro rappresentano sfide davvero epocali nella cultura sociale del lavoro.