Al suo interno ceramiche dipinte, elmi, armi e armature della battaglia di Alalia. Per il Ministro Franceschini è importante continuare a investire nella ricerca archeologica

Gli archeologi del Parco di Paestum e Velia hanno infatti riportato alla luce, nel corso della campagna di scavi appena conclusasi, resti di muri realizzati con mattoni crudi, intonacati e fondati su zoccolature in blocchi accostati in poligonale, una tecnica utilizzata anche per le abitazioni di età arcaica rinvenute lungo le pendici dell’Acropoli.
«Con tutta probabilità – ha dichiarato il Direttore avocante del Parco Massimo Osannain questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla Dea Athena dopo la battaglia di Alalia, lo scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea con una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi, avvenuta fra il 541 e il 535 a.C.».
I ritrovamenti disegnano, infatti, un edificio rettangolare lungo almeno 18 metri ed ampio 7. La porzione interna della struttura è pavimentata con un piano in terra battuta e tegole, sul quale, in posizione di crollo, sono stati rinvenuti elementi dell’alzato, ceramiche dipinte, vasi con iscrizioni sacre e numerosi frammenti metallici pertinenti ad armi e armature, fra cui due elmi, uno calcidese ed un altro di tipo Negau, in ottimo stato di conservazione.
Gli scavi hanno, inoltre, chiarito la cronologia del principale Tempio della città dedicato alla Dea Athena. La sua costruzione, almeno in una sua prima fase, dovrebbe collocarsi cronologicamente dopo la struttura sacra riportata alla luce nei mesi scorsi.
«È importante continuare ad investire con convinzione nella ricerca archeologica che non smette di restituire importanti tasselli della storia del Mediterraneo». Così il Ministro della Cultura Dario Franceschini, ha commentato il ritrovamento dei resti del più antico Tempio arcaico dedicato, appunto, ad Athena sull’Acropoli di Velia.