Oscilla fra il 10% e il 20% la percentuale di italiani che ha preferito rinunciare all’inoculazione del vaccino prodotto dall’Azienda biofarmaceutica anglo-svedese
A seguito dello stop cautelativo da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sono riprese le somministrazioni di Astrazeneca, rimasto sospeso dal 15 al 18 Marzo, in attesa che l’EMA pronunciasse il suo parere favorevole. La tante preoccupazioni, tuttavia, suscitate dalle tragiche conseguenze dei presunti effetti collaterali che avrebbero provocato, nel giro di qualche ora, alcuni improvvisi decessi, hanno generato, in ogni caso, una sorta di psicosi fra quei cittadini già in lista d’attesa per la vaccinazione, nonostante la rassicurazioni medico-scientifiche.
Tant’è che in diverse regioni italiane puntuale è arrivata la disdetta da parte di coloro che dovevano ricevere la dose. Lo ha confermato nelle sue dichiarazioni anche il Commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo: «In alcune regioni l’annullamento delle prenotazioni dei vaccini con Astrazeneca è stato del 20%, in altre del 10% e in altre ancora non c’è stato», sono state le sue parole.
Il dato peggiore, comunque, si è registrato in Friuli Venezia Giulia che ha costretto il Governatore Massimiliano Fedriga a lanciare un accorato appello alla popolazione: «Abbiamo l’arma. Se non viene utilizzata o qualcuno non la vuole utilizzare saremo di fronte a un muro insormontabile», ha detto rivolgendosi ai cittadini riottosi. Intanto, per motivi logistici legati alla sospensione, è slittato nella giornata di Giovedì scorso l’arrivo di altre 134 mila dosi in Italia.