«La Società Cosenza Calcio comunica di aver affidato l’incarico di allenatore a Roberto Occhiuzzi, il quale nel pomeriggio dirigerà il suo primo allenamento, a cui farà seguito la presentazione ufficiale in Conferenza Stampa»
Con questa breve nota, diffusa nella tarda mattinata, si è appreso del ritorno del mister calabrese sulla rovente panchina della squadra bruzia, da poco liberata da Marco Zaffaroni, costretto ad abbandonare il timone a causa di un feeling che, con molta probabilità, si sarà bruscamente interrotto con alcuni componenti dello spogliatoio e parliamo, naturalmente, di quelli che sono stati, sino a poche ore fa, i suoi calciatori.
«Cicli e ricicli storici» teorizzò, infatti, il filosofo napoletano Giovanbattista Vico, fra il ‘600 e ‘700, convinto che la storia fosse caratterizzata dal continuo ed incessante ripetersi degli ‘eventi‘. Un po’ come sta succedendo in questa complicata vicenda che rimette il ‘figliol prodigo‘ Roberto Occhiuzzi sulla panchina del Cosenza, dopo l’addio malinconico della passata Stagione, quella dell’amara retrocessione a seguito della quale il Presidente Guarascio fece piazza pulita di tutti i maggiori indiziati o responsabili di quel prevedibile e rovinoso tracollo, quasi a voler dimostrare che, in realtà, con quel disastro immane lui non c’entrasse nulla.
Una sorta di ‘ghigliottina‘ dolce in cui è sempre meglio salvare il colpevole, facendo in modo che si condanni l’innocente. Un rischio che il buon Voltaire aveva, comunque, preventivato quando nei momenti più tragici della Rivoluzione francese, la morale ispiratrice degli eventi, iniziò a girare all’incontrario. E ora, con quale spirito il Principe di Cetraro tornerà nuovamente a condurre la squadra rossoblù verso una salvezza che potrebbe, ancora una volta, prospettarsi difficile e sofferta, specie se a Gennaio non si farà mercato?
Occhiuzzi che guarda caso, per un destino cinico e beffardo, ricomincia proprio da Lignano Sabbiadoro, si sa è persona mite ed equilibrata e benché disponga di un’indole guerriera e combattiva, sprigiona dalla sua generosa personalità i caratteri tranquilli ed imperturbabili del monaco buddista. Non possiamo, dunque, che augurargli le migliori fortune, senza dimenticare che già in un’occasione, al suo esordio da allenatore in prima squadra, ‘tolse le castagne dal fuoco‘ al Presidente, quando ormai le speranze salvezza erano davvero ridotte al lumicino. Era l’estete 2020, quella degli Stadi chiusi a causa della pandemia, che nessuno, ovviamente, potrà mai dimenticare, anche se la memoria, come le bugie, spesso ha le gambe corte.