L’Italia è nel caos. Sembra che in questa seconda fase della pandemia il Paese sia finito in un assurdo groviglio di restrizioni ed aperture in cui l’unica regola certa appare il cosiddetto ‘comportamento responsabile dei cittadini‘, spesso invocato dal premier Conte.

Una sorta di richiamo all’autodisciplina, che in un Stato democraticamente rappresentato appare davvero come un insensato ed illogico controsenso.

Con l’impennata dei contagi sale, oltretutto, il conflitto istituzionale tra Regioni e Governo centrale. Bene ha fatto De Luca, anche se per un tempo limitato, a chiudere le Scuole in Campania, dinanzi alle scelte di un Ministro che si ostina a negare la pericolosità del virus solo perché il suo piano d’intervento avrebbe reso la convivenza scolastica un’isola felice.

E mentre si registra a Milano un’esponenziale crescita dell’indice Rt che ha già superato la soglia del 2, viene consentito al mondo del calcio, seppur per pochi spiccioli, di estendere l’apertura al pubblico nel numero di 1000 spettatori in molti altri Stadi della penisola.

E così si va avanti a tentoni nonostante il nuovo record di contagi registrato ieri ha raggiunto i quasi 9 mila casi di cittadini risultati positivi al tampone.

Fermo restando che un numero cospicuo di virologi ha, intanto, dichiarato inefficace e, quindi, scongiurabile la cosiddetta ‘immunità di gregge‘, ci si chiede se il segnale d’allarme scatterà solo al riempirsi delle sale di terapia intensiva, quando ormai sarà tutto troppo tardi.