La legge contro la omotransfobia approderà Martedì 30 Giugno alla Camera dei Deputati. Relatore è il deputato Pd Alessandro Zan, già destinatario di ripetute minacce. Il testo propone il reato di odio verso gay e transessuali con una pena sino a 4 anni di carcere. Contro la legge si sono intanto schierati i movimenti Pro-life ed i Vescovi della Conferenza episcolpale, che parlano di “bavaglio” sul diritto di critica. «Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’Ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio – fanno sapere i Vescovi –. Un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui più che sanzionare la discriminazione, si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli Ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte».
Ma un rapporto pubblicato dell’Agenzia europea dei diritti fondamentali riporta un dato significativo, ossia che l’Italia è fra i primi Paesi con indice di discriminazione più alto, mentre si segnala, contestualmente, l’assenza di una legge proprio contro l’odio e la discriminazione, presente, fra l’altro, in quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea. In ogni caso, il parlamentare Zan chiarisce che non sarà affatto vietato dire che l’unica famiglia sia quella formata da padre e madre, ma che comunque saranno vietate tutte quelle azioni dalle quali, appunto, deriva l’odio verso le cosiddette famiglie arcobaleno: «Nella legge c’è un’ampia parte dedicata alla prevenzione – aggiunge infine Zan – dalla giornata contro l’omofobia alle case rifugio per giovani Lgbt cacciati dalle famiglie e perseguitati».