L’uomo che trasformò il Partito Socialista degli anni ’80
Se n’è andato da 84 anni, Filippo Panseca e la politica italiana gli deve molto più di quanto lui stesso potesse mai immaginare, incoraggiandola a diventare ciò che è adesso. Il Regno dell’esteriorità e un campionario di apparenze. Il profeta e l’imitatissimo pioniere di questo mutamento era siciliano, un bell’uomo dai lunghi capelli e dal sorriso contagioso.
Girava con una Mercedes scalcagnata e spesso indossava una camicia rossa. Anche in questo aveva assecondato le smanie risorgimentali di Bettino Craxi, al quale senza fatica aveva fatto credere di essere un discendente di Garibaldi. In una certa Milano venne presto riconosciuto come artista concettuale.
Il suo nome e la sua storia, in realtà, restano indelebilmente legati a quella del Partito Socialista degli anni ’80, quando al vecchio simbolo della Falce e Martello, sostituì il Garofano. Tant’è che in vista del Congressso di Palermo del 1981, Panseca fece innalzare un Garofono sulla città, alto 15 metri. Un periodo in cui gli allestimenti e la scenografia presesero in politica il sopravvento sulla ‘parola’ e sui contenuti.