4 anni

«Accolgo con estremo interesse la proposta del Sindaco del Comune di Cassano allo Jonio tesa a candidare Sibari patrimonio dell’Unesco. Sono fermamente convinta che Sibari, culla di civiltà, che fu tra le più importanti e sfarzose città del mondo occidentale, rappresenta parte significativa del patrimonio identitario regionale». Così  si è espressa il Presidente della Regione Calabria Jole Santelli in una lettera indirizzata al primo cittadino Gianni Papasso. L’UNESCO, lo ricordiamo, ha fino ad oggi riconosciuto un totale di 1121 siti, di cui 869 culturali, 213 naturali e 39 misti, presenti in 167 Paesi del mondo. Attualmente l’Italia e la Cina sono le nazioni che detengono il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità.

La città di Sibari fu, anticamente, una colonia fondata dagli Achei, divenuta in quell’epoca il più importante e prospero centro della Magna Grecia. Ma come tutte le grandi potenze della storia anch’essa, purtroppo, vide nel 510 a.C. il proprio tramonto per mano della vicina Crotone. Erodoto narra che l’esercito crotoniate entrò vittorioso a Sibari, costringendola alla resa. La città venne, infatti, rasa al suolo in quanto fu deviato il corso del fiume Crati, affinché fosse sommersa dall’acqua. Le sue rovine furono, comunque, rinvenute negli anni ’60 per opera dell’archeologo Umberto Zanotti Bianco sotto quattro metri di depositi alluvionali.