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E’ stata un’edizione ‘in forse’ sino a poche settimane prima che prendesse il via. Rimarrà sicuramente nella storia non solo per il pubblico assente in Sala, ma perché a vincerlo è stata una delle migliori band di musica rock apparse in questi anni in Italia

Si è conclusa nella notte di Sabato 6 Marzo la lunga kermesse sanremese che ha visto l’incredibile trionfo di una ballata rock che, di fatto, ha spazzato dal palcoscenico festivaliero la lunga tradizione melodica che da sempre ha caratterizzato Sanremo. Da ‘trottolino amoroso‘ a ‘zitti e buoni‘ il passo sembra breve, ma non è così. «Chi l’avrebbe mai detto», è la frase che meglio si addice a questa rivoluzionaria metamorfosi di un evento che non è semplicemente circoscritto nel perimetro del gusto musicale degli italiani, ma ne rappresenta sicuramente il costume, le tendenze e i cambiamenti sociali.

Perché alla fine di questo si è trattato. Il Festival della ‘pandemia‘, infatti, nella sua difficile e complessa messa in scena, ha sancito la totale trasformazione culturale di questo nostro Paese, che da Grazie dei fior a Perdere l’amore, passando per Il cuore è uno zingaro, ha sempre raccontato, con un certo conformismo, il lato perbenista dei nostri sentimenti. Ovvio che nella società dei cosiddetti ‘leoni da tastiera‘ non possono più andar bene determinati totem o cliché, per cui è conseguenziale che lo storytelling di questa nuova generazione debba necessariamente basarsi su modelli  e valori profondamente diversi rispetto al passato.

Questo gruppo musicale, d’altronde, nato a Roma nel 2015, ha raggiunto nell’arco di pochissimi anni un successo davvero straordinario. Dopo l’apparizione ad XFactor 2017, che li ha visti arrivare al 2° posto, con le loro canzoni hanno via via rafforzato l’approccio innovativo alla musica, orientato soprattutto a cogliere le migliori tendenze internazionali. Sono stati la bassista Victoria De Angelis ed il chitarrista Thomas Raggi a fondare il gruppo ai tempi delle Scuole Medie, anche se ormai fra i loro produttori si annoverano musicisti del calibro di Lucio Fabbri (PFM) e, francamente, non è poco.