E’ un momento estremamente delicato, sia per gli italiani che per i tanti appassionati di calcio. Il mondo del pallone, nella migliore delle ipotesi, si ferma sino al 3 Aprile prossimo. Almeno finché il picco del contagio da Coronavirus non cali del tutto.
La situazione, dunque, è pressoché irreale. Fra blocchi e divieti sembra essere piombati in un clima di guerra. Non c’è tempo in questo momento per lo svago ed il divertimento. La gente è giustamente presa da problemi ben più seri.
Anche se nella città bruzia, da diversi mesi, il calcio non è più il luogo della spensieratezza e della gioia. Lo dimostra, infatti, l’ennesima sconfitta del Cosenza contro il Chievo-Verona (2-0), maturata in un clima che rasenta la subordinazione. Vedesi i casi di D’Orazio e Bruccini che hanno preferito fermarsi evitando di unirsi al gruppo.
D’ora in poi, non sapremo quali saranno gli sviluppi e gli esiti di questa già complicata stagione per i LUPI. E’ chiaro, tuttavia, che l’attuale situazione di classifica lascia ben poche speranze alla squadra e, soprattutto, ai tifosi di coltivare ambizioni di salvezza.
Lo stesso DS Trinchera, nel post-partita, si è lasciato andare a dichiarazioni in cui ha cercato (con imperdonabile ritardo), di spronare un ambiente ormai fin troppo rinunciatario ed arrendevole: «Non è stata la partita che volevamo – sono state le sue parole -. Sicuramente non è questo il modo giusto per tirarci fuori dai guai. Dobbiamo alzare il livello perché abbiamo il dovere di provarci fino alla fine. Non voglio sentir parlare di rassegnazione».