Con la Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Praglia si conclude il racconto delle meraviglie del Patrimonio librario italiano
La storia dell’Abbazia benedettina e della sua Biblioteca, nascoste nella tranquillità dei Colli Euganei, in provincia di Padova, è antica e ancora oggi avvolta nel mistero: vennero fondate dopo l’anno Mille, ma si conosce ancora poco dei loro primi secoli di vita.
«Per quanto ne sappiamo, la Biblioteca non aveva un suo scriptorium, quindi non venivano scritti dei libri da parte dei Monaci – spiega l’attuale Direttore Stefano Visintin – però come ogni Monastero medievale c’era un armarium, la nicchia dove venivano conservati i testi liturgici, e qui sappiamo che c’erano almeno una dozzina di manoscritti».
Manoscritti che, tuttavia, non sono riusciti ad arrivare ai giorni nostri perché l’Abbazia venne soppressa per ben 2 volte, al tempo di Napoleone e poi nel 1867 quando fu cancellato il riconoscimento civile a numerosi ordini religiosi. Il Monastero riuscì a riaprire le sue porte solo nel 1904 e la Biblioteca fu ancora una volta ricostituita dai religiosi grazie ad alcune centinaia di volumi messi in salvo, agli acquisti e alle donazioni.
Al momento la Biblioteca custodisce più di 120 mila volumi che approfondiscono la storia del monachesimo, la teologia, la storia ecclesiastica, mentre altri sono dedicati alla storia della Comunità locale. Tra i fondi più prestigiosi, quello del conte De Besi, che ha donato molti libri della sua collezione privata.
Oggi i numerosi testi sono custoditi dai 40Monaci benedettini dell’Abbazia, una delle Comunità monastiche più numerose in Italia. Molti sono conservati in un grande Salone insieme alle preziose tele realizzate dal pittore veneziano Giovanni Battista Zelotti con scene bibliche e soggetti cari all’Ordine benedettino.
«Il nostro è un lavoro esigente – racconta con orgoglio il Direttore Visentin – che richiede competenza, ma che rientra perfettamente dentro il carisma della vita monastica e quindi lo facciamo con piacere e dedizione assoluta. Come tutti sappiamo, i Monaci benedettini hanno trascritto libri importanti per la nostra cultura occidentale e non c’è un Monastero senza una biblioteca, senza dei libri che i Monaci sono chiamati a leggere e a studiare».