A stabilirlo è stata la Cassazione dopo un lunghissimo braccio di ferro tra Viminale e Comuni
Al centro della disputa i diritti del minore che per inciso resta il sogetto più fragile. Si tratta dell’atto con cui il Viminale aveva reintrodotto l’indicazione di Madre e Padre, già abolita nel 2015 in favore di quella più generica. Una pronuncia che galvanizza le famiglie arcobaleno e gli attivisti Lgbt+.
Una sentenzadestinata a far discutere, proprio alla vigilia di un un caso di adozione speciale. È diritto di un figlio, infatti, secondo l’affermazione della Corte Suprema, essere dotato di un Documento di identità, che sia realmente rappresentativo della propria famiglia.
Per gli attivisti c’è un punto fondamentale posto dalla Cassazione: «Il vero interesse dei minori è che la loro realtà familiare sia riconosciuta, non ignorata o negata». Una retorica ipocrita, cavalcata anche da Giorgia Meloni sui diritti di bambine e bambini.