Tre anni di gestazione e riprese fra Siria, Iraq, Kurdistan e Libano. Notturno, oltretutto, è stato in concorso anche alla Mostra del Cinema di Venezia
Con questo docufilm, realizzato nel cuore sanguinante del Medio Oriente, il regista Gianfranco Rosi si sente di rappresentare l’Italia agli Oscar, anche perché il tabù sui documentari sembra essere definitivamente crollato. «Sono molto felice, voglio far capire quanto il nostro Paese è ancora capace di guardare fuori dai propri confini».
La candidatura, decisa dalla Commissione di selezione istituita presso l’Anica, concorrerà per la shortlist che includerà i dieci film internazionali selezionati dall’Academy e sarà resa nota il 9 Febbraio 2021. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film nominati per concorrere al Premio) è previsto per il 15 Marzo, mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles il 25 Aprile.
Tra i 25 film in lizza spiccavano La dea fortuna di Ferzan Ozpetek, Pinocchio di Matteo Garrone, Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti e La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con la madre Sophia Loren. Nel 2017 Rosi aveva, comunque, già concorso alla statuetta con Fuocoammare, ma nella categoria del miglior documentario, unico titolo non americano. Arrivato in cinquina, fu battuto da O.J. Made in America di Ezra Edelman.
Nel frattempo, sono arrivati anche gli auguri del Ministro alla Cultura Dario Franceschini, il quale ha dichiarato: «Una sfida difficile ed entusiasmante, per la quale il film di Rosi è particolarmente attrezzato grazie al suo valore universale».