Il filosofo e militante politico è scomparso a Parigi all’età di 90 anni
La notizia è stata resa nota dai figli e dalla filosofa francese Judith Revel, compagna di vita da 27anni. Quella di Toni Negri non è stata la storia di un intellettuale privato, ma la vita di un «militante comunista», non senza contraddizioni. Ha scontato durissime sconfitte senza però rassegnarsi. E ha coltivato un inesauribile desiderio di ricercare, insegnare e organizzare.
Non parliamo, dunque, dell’autore di un’opera fine a se stessa, né di un ideologo privo di rapporti con la realtà, ma di un teorico militante autore di più di 80 libri tradotti in molte lingue. L’insegnamento universitario a Padova, il ’68 degli studenti e le lotte operaie tra la Fiat a Torino e Porto Marghera, tracciano il ricordo di un «cattivo maestro» dalla discutibile personalità.
Se n’è andato nella notte fra Venerdì e Sabato, in quella città dov’era tornato dopo la scelta del rientro in Italia, per finire di scontare la sua pena nel carcere di Rebibbia. Era stato eletto Deputato nel 1983 con 13 mila preferenze nelle liste Radicali. Si era candidato per protestare contro gli anni di carcerazione preventiva che avevano colpito lui e i suoi compagni. Ricorda Massimo Capanna che a quei tempi era in Parlamento: «I Deputati missini decisero di organizzarsi per non farlo entrare alla Camera. Noi ne proteggemmo l’ingresso».