Anche se ormai si trovano in Pasticceria e nei panifici già da Febbraio, un tempo era tradizione preparare le frittelle il 19 Marzo
In tempo di Quaresima, la Chiesa festeggia San Giuseppe, il padre di Gesù. La principale espressione gastronomica della devozione verso i Santi, sono in ogni caso i dolci e anche in questa circostanza, per un giorno si rompe il regime d’astinenza quaresimale e si torna al piacere delle tavole imbandite.
E a suon di dolci si festeggia anche San Giuseppe, che è anche il Santo delle frittelle, perché come assicura una voce di popolo, di secondo mestiere, oltre al pescatore, faceva il friggitore. La tradizione in Toscana è molto antica, tant’è che vuole che si mangino frittelle fino a scoppiare, come offerta simbolica al Santo.
Così, fin dal primo mattino, il profumo della frittura si sparge nelle case e persino per le strade. Riguardo alla preparazione del famoso dolce, vi è un ampio dibattito. C’è chi ci mette la farina nell’impasto e chi no, chi cuoce il riso solo nel latte chi, invece, lo preferisce in acqua e latte in parti uguali, oppure si può aggiungere l’uvetta, ma anache farne a meno.