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L’Europa, intanto, si schiera con Kiev

Il peggior incubo di Zelensky si sta materializzando. Il Presidente degli Stati Uniti lo abbandona, lo delegittima e, infine, lo attacca. Diffonde cifre a caso sul sostegno americano a Kiev e si produce in una narrazione che pare scritta dal miglior propagandista del Cremlino. Putin gongola e dice che Zelensky mostra un’isteria inappropriata.
Che il vento fosse cambiato lo si era capito già da giorni e la conferma è arrivata a Riad. È la tarda mattina di ieri, infatti, quando a Kiev leggono con sgomento il post di Donald Trump. «Un comico di modesto successo – si legge su i social -. Ha convinto gli Stati Uniti a spendere 350 miliardi di dollari per una guerra che non poteva vincere e che non doveva cominciare».
Il tycoon sembra voler attribuire all’Ucraina la responsabilità dell’inizio della guerra. «Trump vive in una bolla di disinformazione russa» gli ribatte Zelensky. Il Presidente americano che in un primo momento lo ha ignorato ora, invece, gli ha mostrato i muscoli. Le sparate roboanti di Trump sono, comunque, lontane dalla realtà.
«Zelensky non può rappresentare la volontà del popolo ucraino se non ripristina la libertà di stampa e non indice le elezioni» ha, infine, twittato il fedelissimo Elon Musk. L’Europa, divisa, non è sponda forte, anche se Zelensky sa che non può fare a meno del sostegno di Washington. Gli ucraini in rete sono, tuttavia, attoniti e i commenti non sono stati mai così duri sul tradimento americano.