Aprendo la porta ad una rapida conquista del Paese da parte di Putin
Il problema però è assai più ampio. In altre parole, Trump vuole tornare ad una politica estera basata sui rapporti di forza fra le grandi potenze. Gli interessa dialogare solo con chi conta, che secondo lui sono Russia e Cina, per arrivare ad una moderna Jalta con cui ristabilire le sfere d’influenza e gli equilibri globali.
In questo quadro la guerra in Ucraina è un fastidioso ostacolo da superare appena possibile, e pazienza se l’accordo di pace non sarà giusto o rispettoso dei principi basati sulle regole, che peraltro agli occhi del Capo della Casa Bianca ha penalizzato gli Stati Uniti sul piano economico, commerciale e geopolitico.
L’Europa è il vaso di coccio fra i grandi, per la sua debolezza e divisione, e deve rapidamente allinearsi alla strategia americana come appendice del progetto trumpiano, se non vuole essere messa da parte come Kiev o, addirittura, demolita. Il problema è cosa accadrà in Ucraina e se Zelensky può restare al suo posto.