E Lavrov elogia Trump

Ben poco sembra funzionare nel Piano di mediazione americana tra russi e ucraini, voluto da Donald Trump. «Con me Presidente avremo la pace in 24 ore» aveva detto il taycoon in Campagna Elettorale. Ma, a 3 mesi dal suo insediamento alla Casa Bianca, sono adesso le dichiarazioni di Keith Kellogg, scelto come suo inviato in Ucraina, a scatenare polemiche ed equivoci rivelatori di quanto, qualsiasi tentativo di Negoziare, sia ancora in alto mare.
«Come Berlino dopo la Seconda Guerra mondiale» ha dichiarato Kellogg in un’intervista al Quotidiano londinese The Times, suggerendo che l’Ucraina potrebbe venire divisa in Aree di controllo o di influenza, proprio come le Potenze Alleate si spartirono la Germania nel 1945. L’ex Generale ha poi sostenuto che è stato capito male. L’idea è che l’Ucraina possa essere spartita.
Putin, oltretutto, più volte ha ribadito di essere assolutamente contrario a contingenti di truppe di Paesi Nato in Ucraina. Gli ucraini, a loro volta, affermano che non riconosceranno mai l’Occupazione della loro terra: «Per noi si tratta di una Linea Rossa invalicabile. I russi non hanno alcuna legittimità a prendersi le nostre regioni».
Intervenendo, tuttavia, ad un Forum Diplomatico in Turchia, il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha provato di nuovo a fomentare le divisioni tra Washington e Bruxelles, sostenendo che «Trump capisce la situazione molto meglio degli europei». Intanto, gli americani stanno negoziando con Kiev l’accordo per lo sfruttamento congiunto delle risorse minerarie ed energetiche. Ma anche su questo fronte i risultati sono per ora minimi.