Emerge una personalità del Poeta intrisa di contraddizioni
Il suo saggio offre inediti e interessanti spunti critici ed è una documentata ricostruzione degli aspetti più oscuri e controversi dell’illustre recanatese, pur sempre un uomo, se vogliamo anche desolatamente ambiguo. La sua è stata una personalità intrisa di contraddizioni, ben diversa dall’immagine cucitagli addosso da una certa agiografia, propinata dalle Scuole di ogni Ordine e Grado.
Leopardi, tuttavia, oltre ad essere uno straordinario poeta-filosofo-filologo, è stato incline alle umane debolezze: «Un intellettuale assai livido e livoroso» dichiara, infatti, Ascheri. Sin dai primi anni di vita, si intuisce l’aria da saccente di Giacomo, che gli valse il soprannome di saccentuzzo o, peggio ancora, di gobbo fottuto, per la sua deformità fisica.
Ciò che lo ha caratterizzato è stata, soprattutto, l’assoluta mancanza di autocritica. Il recanatese era a tratti acutissimo nel giudicare gli altri, ma solo raramente se stesso. L’igiene personale di Leopardi era scarsa e la sua alimentazione smodata e iperzuccherina. Il Poeta, inoltre, fu spesso ingrato con gli amici più stretti. L’autore, infine, gli attribuisce pure pensieri antisemiti e ritiene poco credibile chi fa di Leopardi un patriota risorgimentale, poiché mai si è schierato dalla parte anti-austriaca.