Il mondo si mobilita per Myanmar, ma la grande macchina degli aiuti internazionali rischia di infrangersi contro le rigidità della Giuntamilitare. Le poche Ong sul posto raccontano, infatti, di migliaia di persone sepolte sotto le macerie e di feriti senza soccorsi. La solideriatà e gli aiuti, però, si sono messi in moto. A partire dall’Onu il cui Segretario GeneraleAntonio Guterres ha annunciato che «il sistema delle Nazioni Unite nella regione si sta mobilitando».
La premierPaetongtarn Shinawatra aveva dichiarato nel pomeriggio anche Bangkok «Area di emergenza», chiedendo ai residenti di evacuare gli edifici. È, inutile negarlo, il terremoto ha terrorizzato il Paese e vaste zone nel Sud dell’Asia. Al momento, quantificare l’entità dei danni è molto difficile. I primi Rapporti ufficiali parlano di 144 persone che hanno perso la vita e di quasi 1.500 feriti.
La situazione sul terreno è particolarmente complicata perché, a causa di una guerra in corso, ci sono significativi blackout nelle comunicazioni. Tutte questo rende incredibilmente difficile non solo ottenere informazioni, ma anche raggiungere fisicamente le persone che hanno urgente bisogno di aiuto. «Sembrava la scena di uno di quei film apocalittici» ha spiegato un turista americano in uno degli Hotel della città.