L’auspicio è che lo Youth4Climate diventi un evento stabile, affinché il dialogo intergenerazionale non si interrompa più. Lo ha sottolineato il Ministro Cingolani, sostenuto da Mario Draghi. Ridurre le diseguaglianze, coinvolgere i giovani nei processi decisionali, favorire un programma di aiuti pubblico-privato, tra le proposte emerse

«Ragazzi, impegnatevi per darci idee, proposte, suggestioni che siano espresse in messaggi chiari» aveva, infatti, dichiarato il Ministro Cingolani alla vigilia del Youth4Climate «Proposte forti, ‘bullet point’ che possano indicare ai decisori politici con precisione le vostre richieste sui cambiamenti climatici».

E così i circa 400 giovani arrivati in Italia da tutto il mondo hanno potuto presentare le loro proposte al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al premier inglese Boris Johnson, allo stesso Ministro Cingolani, al Presidente della Cop26 Alok Sharma e ai Ministri dell’Ambiente di più di 40 Paesi in rappresentanza della Comunità internazionale che fra un mese, a Glasgow, avrà il compito di portare a casa un accordo determinante per la lotta ai cambiamenti climatici.

L’impegno dell’Italia è di raddoppiare gli aiuti ai Paesi svantaggiati, raggiungendo 1 miliardo di euro. La consapevolezza è che la questione climatica è anche geopolitica e che non si affronta il global warming se non si superano le enormi differenze socio-economiche fra il Nord e il Sud del mondo. «La vostra generazione – ha, poi, evidenziato Draghi rivolgendosi ai ragazzi – è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione e un cambiamento urgente».

Draghi, inoltre, non ha evitato il tema sollevato da Greta Thunberg nel suo intervento di Martedì e ripreso con grande risalto dai media: «A volte il “bla bla bla” è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di compiere azioni – ha detto il Primo Ministro italiano in sede di replica – ma quando si portano avanti trasformazioni così grandi bisogna convincere le persone, spiegare che numeri, come l’aumento di 1,5 gradi, non sono qualcosa di creato ad arte, ma forniti dalla scienza, e le persone di questo vanno convinte».

Esiste, insomma, anche un problema di consenso da creare attorno alle misure per il clima, consenso che, in democrazia, va costruito con informazione, sensibilizzazione e divulgazione scientifica. Questa è una generazione che affronta conseguenze spaventose e che giudicherà severamente i leaders mondiali se non agiscono in maniera credibile.

«I messaggi che abbiamo ascoltato dai giovani partecipanti allo Youth4Climate dovrebbero servire  da richiamo e svegliare le coscienze dei Ministri di tutto il mondo – sono state le parole conclusive della Autorità presenti all’evento -. Dobbiamo essere in grado di guardare i nostri giovani negli occhi e dirgli che abbiamo fatto tutto il necessario per proteggere il loro futuro».