La pittura di Vittore Carpaccio celebra fantasticamente Venezia al volgere del XV° secolo. Una mostra dal 18 al 31 Marzo ne svela il talento
Quando la Serenissima dominava un vasto impero marittimo-commerciale e fioriva come grande Centro di cultura. Infatti Carpaccio, regista-scenografo, con la sua particolare propensione per il poetico ed il fantastico, trasporta le storie sacre dei cicli narrativi realizzati per varie confraternite nella vita vera, all’interno di fantastici scenari arricchiti di infiniti dettagli e riferimenti contemporanei all’ambiente e alla società della sua straordinaria città.
Così le sue opere, forse più di quelle di altri artisti veneziani del Rinascimento, ci restituiscono l’essenza stessa della ‘venezianità‘, ossia lo spettacolo sfarzoso e la mitologia della Repubblica Serenissima, al suo apogeo economico e culturale. Carpaccio fu un inventivo pittore per soggetti religiosi di destinazione pubblica e privata, ma anche di opere per l’ambito civile, sia istituzionale che domestico.
Pur con tutto ciò, riscoperta e valorizzata l’opera di Carpaccio dagli storici dell’arte tra fine ‘800 e prima metà del ‘900, nell’ultimo mezzo secolo essa è stata piuttosto trascurata dalla storiografia, specie nella ricostruzione critica degli sviluppi stilistici che procedono da Giovanni Bellinifino a Giorgione e a Tiziano; ciò è confermato dal fatto che a Carpaccio non sia stata più dedicata un’esposizione monografica dal 1963, anno della storica mostra a Palazzo Ducale.
Oggi, finalmente si sente necessaria un’aggiornata rilettura storico-critica della pittura di Carpaccio e della sua evoluzione. Con tali essenziali obiettivi, dalla collaudata collaborazione di Fondazione Musei Civici di Venezia e National Gallery of Art di Washington, con la cura scientifica di Peter Humfrey, riconosciuto studioso specialista del pittore e del suo contesto, è nato il progetto della mostra nelle 2 Sedi e fondata su una selezione mirata delle migliori opere dell’artista.
L’intento è quello di tracciare, in termini sia tematici che cronologici, il rigoroso sviluppo della pittura carpaccesca da una prospettiva aggiornata. In questo la mostra si avvantaggia anche di un consistente nucleo di disegni autografi del pittore, autore del più ampio corpus sopravvissuto di disegni di studio del primo Rinascimento. Essi rivelano la singolare immaginazione di Carpaccio, il rigore della sua tecnica nonché i suoi interessi per la prospettiva, la natura e la luce.
L’edizione veneziana si concentra sulla ricostruzione del percorso artistico e creativo del pittore dalle prime opere della giovinezza, giungendo a quelle altissime della maturità. Infine, tenta di meglio valutare anche l’ultimo capitolo della sua attività, finora severamente giudicato, contemporaneo all’affermarsi dell’innovativa pittura tonale di Giorgione e Tiziano e della loro nuova poetica.