La rilevazione ha riguardato un campione rappresentativo di 123 Istituti scolastici, statali e paritari, in tutta Italia. In ognuna di queste Scuole sono stati proposti questionari a studenti del III e V Anno, raccogliendo complessivamente le risposte anche di Dirigenti scolastici e docenti
«Dopo il lungo lockdown della primavera 2020, ancora per tutto l’Anno scolastico 2020-21 la Didattica a Distanza è stata la principale risposta del sistema educativo italiano ai problemi creati dall’evoluzione della pandemia e dalle misure di sicurezza sanitaria, in particolare, per la Scuola Secondaria di II grado». Così Andrea Gavosto, Direttore della Fondazione Agnelli, ha fornito una prima sintesi dei risultati della ricerca sulla DaD realizzata insieme al Centro Studi Crenos e al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Cagliari.
Il 91% degli studenti ha dichiarato di avere trascorso fra le 5 e le 6 ore al giorno collegato in video in cui, tuttavia, il monte ore non è mai cambiato. Per 9 studenti su 10, lezioni in video, verifiche e compiti a casa sono state le uniche attività proposte da tutti i docenti, senza particolare differenza fra le materie. Solo in 1 caso su 3 sono state proposte anche attività di ricerca che gli studenti potevano svolgere in autonomia o in gruppo, mentre in meno di 1 caso su 5 sono state sperimentate le più innovative piattaforme digitali che proponevano giochi didattici, app ed esercizi interattivi per personalizzare i percorsi di apprendimento.
Inoltre, 1 studente su 4 ha trovato più agevole interagire con i docenti in DaD che in presenza, il resto degli studenti ritiene che comunicazioni e interazioni siano peggiorate. La maggior parte di loro denuncia un maggiore senso di affaticamento (65%) dopo una giornata in DaD e una maggiore difficoltà a mantenere l’attenzione (73%). Anche in questo caso, i docenti confermano le opinioni degli studenti, affermando che tale modalità ha causato peggioramenti in molte dimensioni rilevanti della relazione didattica e a soffrirne di più sono state attenzione, motivazione e coinvolgimento degli studenti.
Per quanto concerne l’aumento della dispersione scolastica come possibile effetto di medio-lungo periodo della DaD, docenti e Dirigenti convergono nel valutarne diversamente il rischio per la propria Scuola o per il sistema scolastico. Infatti, la previsione che l’abbandono cresca nella propria Scuola è presente in meno di un terzo delle risposte, mentre la percentuale cresce moltissimo (52% per i docenti, addirittura 68% per i Dirigenti) quando riguarda il sistema scolastico italiano nel suo insieme. Solo nel caso degli Istituti professionali, si pensa che il rischio di abbandono scolastico nella propria Scuola sia simile a quanto potrebbe accadere nel resto del Paese.