Dopo 44 anni, la strage di Ustica resta una ferita aperta, anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di Giustizia che alimenta la vita democratica. Per questo «la Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione, anche ai Paesi amici, per ricomporre pienamente quel che avvenne il 27 Giugno del 1980».
Le parole nette del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri sono state lette a Bologna nell’aula del Consiglio Comunale davanti a Pasquale Diodato, 86 anni, che proprio quel 27 Giugno, sul DC9 Itavia diretto da Bologna a Palermo, perse dolorosamente la moglie e i 3 figli.
I familiari delle vittime, riuniti per ricordare le 81 persone morte nella strage, hanno risposto per bocca di Daria Bonfietti, Presidente dell’Associazione dei dispersi. Dopo l’intervista a Giuliano Amato, in cui l’ex premier indicava come versione più credibile quella della responsabilità dell’Aeronautica francese.
Secondo il Sindaco di BolognaMatteo Lepore, ora ci si trova «a pochi centimetri dalla verità». Alla tenacia dei familiari delle vittime, è andato ieri il mesto pensiero di Mattarella, perché «non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato di fare luce sulle responsabilità della tragedia».
«L’abbattimento del DC9 Itavia – ha, infine, ricordato Mattarella – su cui viaggiavano 81persone e fra questi 13 bambini barbaramenti assassinati, è un intrigo internazionale ancora non chiarito, con un tempo di attesa infinito per chi aspetta di conoscere la verità».
In questi giorni sono andati in onda su Sky TG 24 e Rai 3 alcuni dossier gionalistici che hanno tentato di ricostruire la tragica vicenda, riproponedo i punti salienti che riguardano, oltretutto, il ritrovamento dell’Aereo libico sui monti di Castelsilano, precipitato sulle alture della Calabria dopo l’aspra battaglia nei cieli di Ustica.