Massimiliano Allegri è uno degli allenatori più pagati d’Europa, addirittura più di Carlo Ancellotti, nonostante il suo disastro sportivo sia ormai sotto gli occhi di tutti

Ci ha provato alcune settimane fa l’eclettico Lapo Elkan a disarcionarlo dal trono di leader indiscusso, ma il tentativo del visionario imprenditore torinese, quello sicuramente meno influente all’interno della famiglia Agnelli, ha solo provocato un lieve brusio intorno alla figura dell’allenatore livornese, forte comunque del suo solido rapporto con il Presidente Andrea, anch’egli però messo sotto tiro dal mite ma imprevedibile John Elkan.
Sono molti, infatti, i tifosi bianconeri a chiedersi come possa essere ancora confermata la fiducia ad Allegri, un mister apparso più volte confuso e nervoso con il suo dimenarsi di giacca, nel tentativo di raddrizzare una squadra che fa decisamente fatica ad esprimere un gioco quanto meno accettabile. D’altronde, da quando il tecnico toscano è tornato alla Juve, la Juve, in realtà, non è mai tornata ai suoi livelli standard.
Di tutta fretta lo scorso anno è stato esonerato Pirlo, dopo i ripensamenti della parentesi Sarri, ma almeno l’ex Campione del Mondo, nonostante guadagnasse molti meno ‘schèi‘, ha ripagato la Società di Torino con alcuni Trofei meritatamente conquistati, segno di una ricambiata fiducia per averlo fatto debuttare in panchina. Detto ciò, aveva sorpreso e non poco la scelta di patron Agnelli di affidare la guida della prima squadra ad un condottiero senza alcuna esperienza a bordo campo.
Ora, però, la situazione è terribilmente paradossale: 12 milioni (lordi) l’anno per ritrovarsi, a fine Stagione, con un pugno di mosche in mano ed un Dybala, invece, costretto a farsi da parte per essere ceduto a parametro zero a causa delle sue eccessive pretese economiche, poco corroborate dallo scarso rendimento e dai troppi infortuni che ne hanno, purtroppo, limitato presenze e prestazioni.
E che dire, inoltre, delle tante frizioni del ‘bizzarroAllegri nei confronti dei giocatori più forti della rosa, a cominciare da Chiesa per, poi, finire a Vlahovic, neanche si trattasse della mal capitata Ambra. Fossi in Agnelli, ci penserei bene, prima di lasciagli il timone fra le mani anche nelle prossime Stagioni. L’errore, oltretutto, non è stato soltanto quello di affidargli nuovamente l’incarico, ma di ampliargli una serie di poteri in ambito societario.
Sarebbe giusto (se non necessario) a questo punto, sedersi attorno ad un tavolo e ridiscutere daccapo alcuni parametri, a cominciare dal suo contratto, del tutto spropositato ed inopportuno in virtù dei tanti risultati mancati, che già pesano come un macigno, senza necessariamente soffermarsi sull’involuzione del gioco espresso, rispetto alle ultime brillanti annate della Juventus.
Non vi è alcun dubbio che la squadra vada ancora migliorata. Occorre, con il mercato ormai alle porte, qualche innesto di qualità, soprattutto a centrocampo, anche se il voler insistere nella scelta di un coach che appare francamente datato e privo di qualsivoglia idea innovativa, mettendo nelle sue mani un patrimonio calcistico di elevato spessore tecnico ed economico, risulta in tutta evidenza l’ennesima mossa azzardata dell’anarchico Presidente bianconero, sul quale aleggia tuttavia l’ombra di un gigantesco ed ingombrante Del Piero.

*L’immagine in evidenza è a cura della Juventus F.C.