La Regina resta in lacrime, mentre la folla distrugge l’auto di Sánchez

Il Re è nudo e viene coperto di fango. In Spagna resta lui il simbolo emotivo del potere. Estraneo a questa strage, favorita dallo scontro tra il Governo di Valencia e quello di Madrid. Nell’inferno spalancato da Dana scopre che ormai è l’Autorità ad essere il bersaglio della rabbia che da giorni consuma i sopravvissuti al sottovalutato ciclone del secolo.
Felipe VI° arriva alle porte di Valencia, a fine mattinata. Lo accompagna, alcuni passi più indietro, la Regina Letizia. Alle loro spalle, il premier Pedro Sánchez ed il Presidente regionale Carlos Mazón. Volevano portare conforto ed, invece, in pochi istanti vengono travolti dalla massa inferocita. «Assassini – grida la folla fuori controllo – non ci resta niente, andate via».
Solo il cordone di sicurezza, stretto da Agenti e militari della guardia a cavallo, evita l’aggressione fisica. Intanto, piove l’argilla putrida che la gente ha raccolto fra le macerie. Una guardia del corpo apre il suo ombrello sopra la testa del Sovrano, centrato dal limo anche sul viso, ma di fronte a quei gesti di rabbia resta, tuttavia, impassibile. Alcuni contestatori lo spintonano, qualcuno cerca di sgambettarlo per farlo cadere. È una scena indelebile, destinata a restare nella storia di una Spagna ferita.