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L’attivista indiana è intervenuta ieri 6 Giugno al dibattito promosso a Palazzo Valentini dall’Unione Buddhista Italiana

Protagonista della mattinata di riflessioni l’intervento di Vandana Shiva che ha subito ricordato come: «il nostro mondo è cartesiano e meccanicistico, una realtà che ha invaso l’agricoltura e di conseguenza il cibo. Cosa dobbiamo ritornare ad imparare? La vita e il saper vivere».
«Pensiamo che la Terra sia solo materia inerme – ha, poi, aggiunto la protagonista di tante battaglie ambientali – ma siamo stati resi ciechi. La Terra ha una famiglia vivente. A causa dell’industrializzazione e della globalizzazione, tutti gli esseri sono stati ridotti a nulla. Questo è stato omicidio della cultura, uccidere la conoscenza della vita. C’è voluta molta violenza per mettere a tacere la conoscenza del vivere».
Per Vandana Shiva, infatti, l’agricoltura significa cultura della terra e, quindi, prendersi cura del pianeta. «L’industria agricola ci ha dato l’illusione che il cibo sia merce di scambio – ha, inoltre aggiunto nel suo intervento – ma in realtà l’agricoltura industriale sta introducendo strumenti di guerra nell’agricoltura e la sta avviando verso una guerra contro la Terra».
Nel corso del dibattito è emerso che anche la biodiversità è scomparsa a causa dell’agricoltura moderna. «La Terra sta attraversando una crisi senza precedenti nella storia – ha, infine, concluso Stefano Bettera Responsabile comunicazione dell’Unione Buddhista Italiana -. Noi tutti siamo chiamati ad intervenire di fronte a quest’emergenza globale, anche le confessioni religiose devono inserirsi nel dibattito e dare delle risposte».