Che avrebbe vinto lo si era capito dopo pochi metri

Il suo nome in arabo significa ‘saggezza’, anche se in fondo di saggio non c’è nulla, in 60 metri da divorare come se non ci fosse un domani. Eppure, in quei pochi battiti di palpebre, concentrato del capolavoro di una carriera, Zaynab Dosso è riuscita a mostrarsi matura. Ad Apeldoorn, nel Velodromo olandese prestato all’atletica, la ragazza ha domato l’adrenalina per prendersi l’Oro.
Favolosa già al primo start, che un impercettibile movimento della veterana elvetica Mujinga Kambundji aveva tramutato in falsa partenza. Perfetta anche nel secondo: «Sono stata brava a fare un ottimo nuovo avvio – ha spiegato l’atleta – volevo questo Oro. Mi sento sempre più matura e solida».
Zaynab i maggiori progressi li ha fatti a Roma, dove vive e si allena da 4 anni. Si definisce una cittadina del mondo, anche se porta sempre addosso sotto forma di un Elefantino tatuato sul fianco. In Africa ha vissuto 10 anni. Ed è lì che ha imparato a correre. Ora è diventata Campionessa, anche se non è ancora personaggio. La sua carriera è stata un costante crescendo. Una freccia azzurra e non una meteora.