Le distanze rimangono, ma anche il Pontefice ha invocato il rispetto della Sovranità

Le divergenze non sono evaporate. Volodymyr Zelensky ha regalato a Papa Francesco un quadro che raffigura una bambina di Bucha, la strage simbolo dell’Ucraina, mentre il Papa ha donato al Presidente una piastrella in bronzo di un fiore che nasce, simbolo della pace.
L’uno sottolinea le atrocità russe, l’altro l’urgenza di porre fine alla guerra. Le distanze ci sono, ma non il solco dei mesi passati, anzi. L’udienza concessa dal Pontefice argentino al leader ucraino, ieri in Vaticano, si è svolta comunque in un clima cordiale. Le polemiche sono, ormai, alle spalle.
La Santa Sede ha evitato di criticare frontalmente Mosca per non precludersi la eventualità di una mediazione mai richiesta, in realtà, dalla Russia e rifiutata dall’Ucraina. Al netto delle intemperanze verbali, però, la preoccupazione di Papa Francesco è che l’alternativa al negoziato sia il prolungarsi della guerra.